
Due anni fa ho vissuto uno dei momenti più spaventosi della mia vita: un incidente in mare che mi ha portata a un passo dall'affogare. Da allora, il mare per me è diventato sinonimo di paura. Ogni volta che mi trovavo davanti all'acqua, sentivo il cuore accelerare e il respiro farsi corto. Entrare nuovamente in mare sembrava impossibile. Fino a quando ho deciso di affrontare quella paura e partire per un'escursione all'isola di Coiba.

Coiba è un luogo remoto e selvaggio, immerso in una natura incontaminata. Il viaggio per raggiungerla non è certo semplice: sette ore all'andata e sette ore al ritorno, attraversando strade sconnesse e tratti di mare aperto. Mamisono lasciata andare.
Il programma della gita prevedeva una giornata in mare, tra snorkeling e visite a piccole isole nei dintorni. Quando è arrivato il momento di salire sulla barca ho sentito il panico affiorare. Ma c'era anche un briciolo di eccitazione. Ho respirato profondamente e, con un po' di esitazione, sono partita.
Quel che è successo dopo è stato sorprendente. La paura ha lasciato spazio allo stupore.
E' come se la persona che ero prima di quell'incidente, fosse tornata. Entrare in acqua è stato incredibile: sotto la superficie c'era un mondo vivo e colorato: pesci tropicali, coralli vibranti, e poi, all'improvviso, uno squalo. Era maestoso e pacifico, nuotava a pochi metri da me (ovviamente sapevo da prima che era una specie innocqua altrimenti col cavolo che sarei stata così tranquilla!!) . Poco dopo, ho visto tre tartarughe giganti muoversi con eleganza, e altri pesci di ogni forma e tonalità. Mi sentivo parte di quell'universo sommerso.
Ogni minuto in acqua mi restituiva sicurezza. Non solo stavo nuotando di nuovo, ma mi sentivo felice. Il mare, che per due anni era stato un simbolo della mia fragilità, tornava a essere un luogo di bellezza e libertà.

Oltre all'esperienza incredibile in mare, quella giornata mi ha permesso di conoscere persone nuove, viaggiatori provenienti da diverse parti del mondo. Abbiamo condiviso storie, risate e la fatica del lungo viaggio. Alla fine, tornata a riva, mi sono sentita leggera e grata. Non solo avevo visto uno degli angoli più belli del pianeta, ma avevo anche superato una barriera interiore.
Riconciliarmi con il mare è stato più di un semplice tuffo: è stato riprendermi una parte di me stessa. L'isola di Coiba mi ha fatto sentireche affrontare le proprie paure, anche quando sembra impossibile, può aprire la porta a una nuova libertà.

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